“Ad un certo punto della tua vita, probabilmente,
hai avuto qualcuno che credeva in te quando non
credevi in te stesso.”
(Stephen Covey)
Come ben sai, la legge n. 124/2017 ha introdotto l’obbligo per i notai di attivare una gestione contabile separata tra le somme incassate a titolo di compenso e quelle incassate a titolo di “anticipazioni”: il cosiddetto “conto corrente dedicato”.
Ma non è di questo che ti voglio parlare oggi, bensì di un altro conto corrente che a mio modesto avviso dovrebbe essere altrettanto importante per ognuno di noi: il conto corrente emozionale.
Il libro di Stephen Covey “The 7 Habits of Highly Effective People” (tradotto in italiano con “Le 7 regole per avere successo”) è una delle pietre miliari in merito alla Leadership personale.
Quando tu ti rapporti con un’altra persona (cliente, collaboratore, fornitore, familiare, amico, ecc…) è come se avessi un conto corrente -non in una Banca- ma presso quella persona, non monetario ma emozionale.
Come per ogni conto corrente, per poter prelevare devi aver prima versato oppure aver ottenuto un fido dalla Banca (che ti concede fiducia) la quale poi, però, si aspetta che tu quanto prima restituirai quanto concesso dalla stessa.
Immagina di aver aperto un conto corrente emozionale con ogni persona con cui interagisci: prima di “prelevare” dovrai “versare”, per ricevere un fido dovrai ottenere fiducia: la valuta di scambio non sono monete ma emozioni.
Ogni volta che fai stare bene una persona, che versi emozioni positive, vai a credito; ogni volta che prelevi o non ti comporti in maniera corretta verso l’altro, ogni volta che manchi, non dai, non sei presente, stai prelevando.
Come quando il conto corrente in Banca va in rosso e vieni convocato dalla filiale, così quando il conto corrente emozionale va in rosso gli altri cominciano a comportarsi con te in maniera diversa rispetto al solito (meno disponibili, presenti, reattivi, più irascibili).
Quali sono le modalità per versare emozioni positive nel conto corrente emozionale condiviso con gli altri e come evitare di trovarsi in rosso o in debito emozionale nelle relazioni interpersonali?
1. Comprendere la persona
Se interagisco con una persona entrando in profonda empatia con lei, posso capirla veramente e trasmettere alla stessa questa sensazione di condivisione: il comprendere l’altro è una straordinaria modalità per versare sul suo conto corrente emozionale.
2. Ascolto attivo
Essere attenti e presenti quanto il nostro interlocutore ci parla: quante persone sentono ma non ascoltano, magari anche annuendo con il capo ma nella realtà sono assenti? Lo stesso avviene quando siamo incentrati su noi stessi e ascoltiamo l’altro distrattamente solo per riportare il discorso su di noi. Se ascoltiamo attivamente invoglieremo il nostro interlocutore ad aprirsi ancora di più. Ascoltare attentamente gli altri con interesse viene percepito e genera un versamento nel loro conto corrente emozionale.
3. Essere attenti alle piccole cose
L’attenzione ai dettagli, ai particolari, notare qualcosa che l’interlocutore ha detto o ha fatto vengono vissuti da quest’ultimo come una grande dimostrazione di interesse e ci fanno guadagnare credito nel conto corrente emozionale.
4. Chiarire bene le aspettative
Ciò ci consente di evitare un prelievo del nostro interlocutore dal conto corrente emozionale. Il problema di comunicazione a monte, il misunderstanding, l’equivoco e l’incomprensione spesso causano la fine dei rapporti tra le persone. Da qui l’importanza di essere chiari da subito nella comunicazione e definire bene le aspettative.
5. Fare ciò che si dice
Mantenere la propria parola è, al giorno d’oggi, merce rara: “dico ciò che faccio, faccio ciò che dico”. In tal modo si diventa affidabili agli occhi dei nostri interlocutori che dunque si fidano di noi e la fiducia è l’unità di misura della qualità del rapporto. La fiducia infatti genera un rapporto solido e forte quando le persone dimostrano più volte di essere affidabili e coerenti. La fiducia tradita, al contrario, genera un enorme prelievo dal conto corrente emozionale.
6. Saper chiedere scusa quando si sbaglia
Inutile arrampicarsi sugli specchi e trovare scuse quando si è nel torto: chiedere scusa quando si sbaglia è uno dei modi migliori per acquisire la stima altrui perché si accetta che si possa sbagliare mentre non si tollera che non si ammetta l’errore.
In questo caso, infatti, diventi non credibile e non affidabile.
Alle volte rimediare all’errore rende addirittura il rapporto più forte ed è una dimostrazione di grande umiltà ed intelligenza.
7. Essere disponibili
Se sei sempre pronto ad andare in aiuto dell’altro disinteressatamente ciò appresenta uno dei modi migliori per versare nel conto corrente emozionale: molto probabilmente non appena avrai bisogno, questa persona potrebbe essere tra i primi a restituire quanto ha ricevuto.
Essere disponibile è una forma di amore incondizionato ma non significa essere a disposizione (significa, al contrario, non saper dire di “no”, avere il terrore del giudizio altrui e del rifiuto). Le persone che sono sempre a disposizione rischiano di essere sfruttate dagli altri, perché non sapendo dire di no gli altri inevitabilmente se ne approfittano.
8. Dimostrare sincero interesse
Quando siamo sinceramente interessati le persone lo avvertono e si aprono con noi: quante volte il cliente si è aperto con te e ti ha raccontano situazioni personali e delicate? In quel momento ti ha avvertito vicino e sinceramente interessato alla sua storia ed a ciò che ti stava narrando. Gli altri avvertono, al contrario, quando facciamo qualcosa solo perché lo dobbiamo fare e ciò genera in loro una sensazione sgradevole.
L’interesse sincero all’altro crea un rapporto che avvicina l’interlocutore e genera un enorme versamento nel nostro conto corrente emozionale presso di loro.
Se hai credito nel tuo conto corrente emozionale presso gli altri allora puoi ogni tanto prelevare, se invece prelevi sempre, pensi solo a te stesso e non versi mai nulla allora rischierai di trovarti inevitabilmente solo e con il conto emozionale in rosso.
Nessuno è disposto a continuare a dare a qualcuno che non dà indietro niente e che preleva solamente.
Non essere (o non diventare un “taker”) ma sii sempre un “giver”!
Come dice, infatti, un antico proverbio diffuso e conosciuto in diverse Regioni della nostra penisola: “fai bene e scordati, fai male e pensaci“
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