“Le emozioni hanno relazioni con l’apparato cognitivo
perchè si lasciano modificare dalla persuasione”
Aristotele
Sono passai 27 anni da quando nel 1995 Daniel Goleman parlò per la prima volta dell’importanza dell’“intelligenza emotiva”, dell’”empatia” e dell’“alfabetizzazione emozionale”, evidenziando come in ambito lavorativo e nella vita di tutti i giorni l’autocontrollo, la pervicacia e l’attenzione agli altri facciano la differenza.
Competenze emozionali
Notai ed Assistenti Notarili, nel rispetto reciproco dei propri ruoli, danno vita ad una squadra vincente se allenano ed esercitano entrambi al meglio le proprie “abilità del cuore” e “competenze emozionali”.
È infatti possibile sfruttare al meglio la propria intelligenza emotiva per ottenere risultati migliori, potenziando le seguenti caratteristiche:
- la capacità di coordinazione tra i propri sforzi e quelli altrui;
- la capacità di persuasione e di collaborazione;
- una gestione adeguata dei conflitti;
- una gestione adeguata delle proprie risorse, del tempo e degli impegni lavorativi;
- la comprensione e accettazione delle prospettive dei clienti e dei colleghi e le rispettive diversità;
- la capacità di lavorare in gruppo
10 errori da non commettere
Sulla base di questi imprescindibili presupposti e sul pacifico assunto che le competenze emozionali vadano coltivate anche da parte dell’Assistente Notarile, di seguito i 10 errori attraverso i quali si rischia di perdere, nel tempo, i propri Assistenti Notarili:
- considerare l’Assistente Notarile un “limone da spremere” fino a ricavarne il maggior “succo” possibile con il minimo sforzo economico (tanto lavoro, scarsa retribuzione);
- non investire contestualmente nella formazione professionale (come si lavora) ed emozionale (come ci si relaziona) dell’Assistente;
- non gratificare l’assistente (economicamente e/o complimentandosi personalmente) quando svolge il proprio lavoro in maniera efficace ed efficiente;
- non prospettare all’assistente notarile percorsi di crescita personale e professionale all’interno dello Studio, con accrescimento delle proprie capacità e mansioni;
- non aiutare (mentoring) l’assistente a sviluppare le proprie propensioni e caratteristiche personali, nell’ottica di far crescere la sua autostima e la percezione di sé;
- non essere un notaio leader® (leggi per un approfondimento l’articolo “Studio Notarile allo sbando? Come ottenere prestazioni di gruppo eccezionali“) ma limitarsi ad interpretare un “notaio boss”: comandare anziché condurre per mano lo Studio;
- non avere all’interno del proprio Studio Notarile procedure, regole e princìpi strutturati, chiari e condivisi;
- non investire tempo e risorse nella crescita personale degli Assistenti Notarili nell’ottica della cura del cliente dello Studio Notarile;
- non organizzare periodiche riunioni di Studio per sondare ed intervenire prontamente su eventuali criticità ed anticipare potenziali problematiche;
- non pronunciare mai verso i propri Assistenti Notarili espressioni quali “grazie”, “ben fatto!”, “ottimo lavoro!”, “siamo una bella squadra”, “continua così”, ecc…
E’ lapalissiano sottolineare che, come più sopra già anticipato, a ruoli invertiti, anche l’Assistente Notarile non può non coltivare la propria intelligenza emotiva e le proprie competenze emozionali ed abilità del cuore nella relazione con il proprio Notaio datore di lavoro e con i colleghi di Studio.
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