Quando si parla di aragosta il nostro pensiero corre immediatamente ad un bel piatto di spaghetti con pomodorini ed ovviamente il pregiato crostaceo, ma vi è anche un’interessante metafora che consente di comprendere come spesso possiamo trarre beneficio dalle avversità e dal cambiamento creando occasioni di crescita.
“La nostra più grande debolezza sta nell’arrendersi.
Il modo più sicuro per avere successo
è sempre quello di provarci ancora una volta.“
(Thomas Edison)
Probabilmente il nome di Abraham Joshua Twerski non ti dirà nulla ma è a lui che dobbiamo l’avvincente metafora nota come “il disagio dell’aragosta”.
Twerski è stato uno psichiatra, scrittore e rabbino statunitense (deceduto a 90 anni nel 2021), autorità internazionale nel campo della disintossicazione dalle dipendenze (per vent’anni direttore clinico del dipartimento di psichiatria del St. Francis Hospital di Pittsburgh), assai noto per una serie di libri divulgativi in cui suggerisce il modo migliore per affrontare la vita, e le sue innumerevoli complicazioni, utilizzando i Peanuts (i fumetti di Charles Monroe Schulz) in quanto l’arguzia e la saggezza delle strisce di Schulz non solo fanno sorridere i pazienti, ma li aiutano a vedere se stessi sotto una nuova luce ed a comprendere la radice dei loro problemi.
Nel video alla fine di questo articolo potrai sentire dalla sua viva voce il racconto conosciuto come il “il disagio dell’aragosta”.
Questo il concetto espresso:
“l’aragosta è un animale soffice , molle, che vive all’interno di un guscio rigido. Questo rigido guscio non si espande. E allora come fa l’aragosta a crescere? Beh, con la crescita dell’aragosta, quel guscio diventa estremamente limitante.
E l’aragosta si sente sotto pressione ed a disagio, così si nasconde sotto una roccia per proteggersi dai pesci predatori. Si libera del guscio e ne produce uno nuovo. E con il tempo e la crescita, anche questo guscio diventa scomodo, così torna sotto la roccia e ripete. E l’aragosta ripete questo processo più volte.
Lo stimolo che permette all’aragosta di crescere nasce da una sensazione di disagio.
Ora, se le aragoste avessero dei dottori non crescerebbero mai, perché al primo segnale di disagio l’aragosta andrebbe dal dottore a prendersi un Valium o un antidolorifico. E si sentirebbe bene. Non si libererebbe mai del proprio guscio.
Quindi credo che sia ora di capire che i momenti difficili, sono anche i momenti di crescita maggiore. E se mettiamo a buon uso le avversità, possiamo crescere grazie ad esse.”
Sono dunque proprio le avversità che ci consentono di crescere: lo stimolo che permette all’aragosta di crescere nasce da una sensazione di disagio. Da un disagio nasce sempre la possibilità di una evoluzione, di un cambiamento.
Noi, al contrario, sovente proviamo ad opporci al cambiamento con tutte le nostre forze, in alcuni casi rimaniamo “vittime inermi” ed apatiche delle avversità, in quanto preferiamo subire piuttosto che contrattaccare o addirittura propendiamo per il “battere in ritirata” o fingere che il problema non esista (leggi per un approfondimento l’articolo “Come gestire il cambiamento nel tuo Studio Notarile: spunti e suggerimenti“).
Non comprendendo appieno, invece, che sono proprio i nostri momenti più critici quelli della nostra maggior crescita e che se facciamo buon uso delle avversità possiamo crescere anche grazie ad esse.
Lo stress del cambiamento è una condizione evolutiva che nasce da una crisi, dalla destabilizzazione di un equilibrio rassicurante che, obtorto collo, richiede una revisione, un adattamento necessario alle nuove richieste evolutive imposte dalle circostanze.
La crisi ed il disagio generati dal necessario cambiamento rappresentano un abito nuovo che siamo costretti ad indossare adattandoci al mutamento, nuove calzature in cui il nostro piede deve imparare a muoversi a suo agio, nuovi occhiali con in quali osservare la realtà mutevole.
Dobbiamo rimuovere ed abbandonare il nostro “guscio” frutto di stratificazioni di abitudini, di falsi preconcetti, di “gabbie mentali” acquisite, di giudizi ingiustificati, di pregiudizi, di imprinting ancestrali per dirigerci oltre, per aprire la nostra mente a nuove conoscenze ed a nuove realtà: un viaggio di crescita personale e professionale che ci condurrà altrove, con tutto il nostro bagaglio emotivo ed esperienziale (leggi per un approfondimento l’articolo “Le convinzioni limitanti che possono frenare te ed il Team del tuo Studio Notarile“).
Ogni cambiamento porta in sé una “rivoluzione” e necessita, di conseguenza, di una capacità di gestione di questo mutamento (di ambienti, di condizioni, di stati d’animo, di persone, di organizzazione, ecc…).
Quante volte la vita ci ha posto davanti a scelte da compiere, decisioni da prendere, desideri a cui non abbiamo voluto o saputo dare seguito, aspettative deluse, obiettivi fissati ma non perseguiti fino in fondo o raggiunti? (leggi per un approfondimento l’articolo “Il Viaggio dell’Eroe per individuare il tuo potenziale ed essere un Notaio Leader®“)
Dobbiamo dunque predisporci ad esplorare e scovare anfratti della nostra mente mai frequentati e ad abbandonare un guscio che, sebbene rassicurante ed all’apparenza confortevole, è diventato per noi troppo angusto.
Come correttamente afferma Neal Donald Walsch: “la tua vita inizia dove finisce la tua zona di comfort”.
Disagio e cambiamento nel tuo Studio Notarile
“A volte le strade più panoramiche della vita
sono le deviazioni
che non si aveva intenzione di prendere.“
(Angela N. Blount)
Se all’interno del tuo Studio Notarile avverti che vi sono dei “disagi”, che qualcosa non va o non funziona come vorresti nell’organizzazione, nella comunicazione, nell’immagine, nella reputazione, nei rapporti interpersonali, non mentire a te stesso, non lasciare andare queste situazioni e soprattutto non permettere che perdurino nel tempo senza affrontarle.
Le vulnerabilità ed i limiti vanno fronteggiati, non negati, i punti di debolezza -infatti- possono divenire punti di forza, le minacce delle opportunità: le vulnerabilità non vanno demonizzate perché è partendo da esse che è possibile costruire un guscio migliore permettendoci di crescere, personalmente e professionalmente, di cambiare noi stessi e di evolvere (leggi per un approfondimento l’articolo “Come essere un Notaio leader® centrato e consapevole: Coaching Notarile® e “Ruota della Vita”“).
Lo Studio Notarile, come ogni realtà professionale plastica e dinamica, è in continua evoluzione, è costantemente bagnato dal mare del cambiamento ed il notaio leader® non può non rendersene conto, non può girare la testa dall’altra parte, non può far finta che le dinamiche di lavoro, di comunicazione e di interazione permangano statiche e cristallizzate nel tempo.
Vivere nella prevedibilità ci consente, ovviamente, di risparmiare tempo ed energia utilizzando abitudini e schemi consolidati nella nostra quotidianità, ma magari ormai obsoleti ed inadeguati al cambiamento che avanza: l’essenza della trasformazione risiede proprio nell’esigenza di discostarsi da un copione.
Per assurdo, siamo in grado di cambiare ed evolvere solo se ci confrontiamo con stimoli derivanti da una sensazione di disagio, di inadeguatezza alla complessità legata al cambiamento: uscire dalla nostra zona di comfort per tuffarci in un mare di possibilità.
Possiamo crescere solo se siamo disposti a sentirci “scomodi” ed a “disagio” mentre proviamo, affrontiamo e sperimentiamo qualcosa di nuovo.
Nella sfera professionale, ciò che prima garantiva risultati adesso non li assicura più: lavorare oggi nello stesso modo in cui lo si faceva dieci anni fa significherebbe quasi sicuramente avviarsi verso un fallimento organizzativo.
Non è possibile mettersi al riparo dal cambiamento, perché è un fenomeno pervasivo che investe qualsiasi ambito della nostra vita quotidiana: il cambiamento è il processo con il quale il futuro invade le nostre vite.
Spesso la parola cambiamento viene dai più percepita in senso negativo ed alla stessa viene associata la paura di dover “ripartire da zero”, “ricominciare daccapo”, “fare tabula rasa”: non è così!
Al cambiamento dovremmo sempre approcciarci in una logica e con sensazioni positive di “crescita”, “espansione”, “evoluzione”, “miglioramento” e “progresso”.
Il cambiamento non è una condanna ma un’opportunità
Nonostante il cambiamento rappresenti la chiave di volta per evolvere, spesso la paura è più forte e rimaniamo chiusi, inibiti, “tappati dentro” perché cambiare veramente implica difficoltà e fatica e comporta rischi e pericoli: esternare ed attuare concretamente il cambiamento, infatti, costringe a confrontarsi e a fare i conti con ciò che è incerto ed insicuro, con l’ignoto e l’imprevedibile.
Se l’aragosta potesse fare come facciamo noi, si limiterebbe a cercare una soluzione immediata: una distrazione che possa far sparire il disagio e che la illuda di aver risolto il problema senza averlo realmente affrontato; e così facendo, non si libererebbe mai di quello che non va più bene per lei.
Quello che dobbiamo comprendere è che i momenti di disagio rappresentano segnali che ci suggeriscono che è tempo di cambiare e che se usiamo le avversità a nostro favore, possiamo anche noi imparare a crescere attraverso di esse.
Dobbiamo “essere un’aragosta” ovvero flessibili e capaci di affrontare i cambiamenti, anche quando ciò non è facile: affrontiamo dunque ogni situazione con una mente aperta, preferendo scorgere opportunità piuttosto che ostacoli.
Un salutare cambio di sguardo può farti rendere conto delle gabbie, dei gusci e dei disagi che attanagliano il tuo Studio Notarile impedendogli di crescere, di evolvere, di strutturarsi ed organizzarsi sfruttando tutti gli strumenti a disposizione, riconsiderando e dando nuova linfa ad organizzazione, comunicazione, immagine ed interazione a tutto tondo.
La vulnerabilità non è un ostacolo ma uno stimolo, un valore ed una condizione potenziale per abbracciare il cambiamento, convertendolo in strumento a proprio vantaggio.
Il futuro ci serberà sempre difficoltà e soddisfazioni, ostacoli ed opportunità e ci chiederà costantemente di adattarci, di plasmarci e di trasformarci.
Il disagio e la paura sono i nostri “compagni di viaggio” che ci consentono, ogni volta, di varcare la nostra zona di comfort per fare un altro passo in avanti, usandoli a nostro vantaggio e trasformandoli in energia positiva ed adrenalina.
Albert Einstein ci insegna che “non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose: senza crisi non ci sono sfide, senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia.”
Chi supera la crisi ed il disagio e cavalca il cambiamento supera se stesso senza essere superato.
Qual è il guscio che limita ed opprime il tuo Studio Notarile? Quali sono le forze che in esso si oppongono al cambiamento ed alla crescita? Quali le ormai desuete ed obsolete abitudini organizzative, comunicative e di interazione che gli impediscono di spiccare il volo?
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