Scopri i “cortocircuiti mentali” con cui il nostro cervello attua delle distorsioni cognitive per interpretare la realtà che ci circonda dando vita ad errori di giudizio che impattano, nella quotidianità, non solo su decisioni e comportamenti ma anche sui processi di pensiero.
“Mentire a noi stessi è ben più radicato
nella nostra anima del mentire agli altri.”
(Fëdor Dostoevskij)
Come correttamente affermava Stephen Hawking “il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, ma l’illusione della conoscenza”: abbiamo, dunque, realmente il pieno controllo delle nostre scelte quando confidiamo di affidarci alla logica ed alla razionalità?
I pregiudizi, infatti, compromettendo la nostra capacità ed oggettività di giudizio, ci portano a commettere errori di valutazione ed insieme alle convinzioni limitanti ci tengono in scacco ed intrappolano il nostro pensiero, influenzando la nostra vita quotidiana e le nostre emozioni (leggi per un approfondimento l’articolo “Le convinzioni limitanti che possono frenare te ed il Team del tuo Studio Notarile”).
Infatti, un pensiero risulta essere innocuo finché non cominciamo a crederci: non sono i nostri pensieri bensì l’attaccamento ad essi che può causarci sofferenza; attaccarsi a un pensiero significa credere che sia vero, senza indagarlo, ed una credenza limitante è proprio un pensiero al quale siamo attaccati, spesso da anni.
I bias cognitivi, invece, sono pregiudizi mentali inconsci che possono influenzare la nostra capacità di prendere decisioni logiche e razionali: la nostra tendenza a incorrere in questi errori del pensiero può essere influenzata da vari fattori, tra cui l’esperienza, l’educazione, la cultura e le credenze personali.
I primi a studiare i bias cognitivi (cognitive bias) sono stati, nel 1972, gli psicologi Amos Tversky e Daniel Kahneman dimostrando che le persone sono portate a compiere scelte e formulare giudizi in maniera irrazionale, pertanto i bias cognitivi rappresentano un “difetto della mente” che porta ad interpretare in maniera sbagliata alcune informazioni provenienti da ciò che ci circonda.
Bias è una parola inglese, proveniente originariamente dalla lingua francese provenzale (“biais”) che, a sua volta, l’ha ereditata dal greco “epikársios” ed avente il significato di obliquo, inclinato.
Pare che in origine tale termine fosse utilizzato nel gioco delle bocce per indicare i tiri storti, dalla seconda metà del 1500 il termine bias ha assunto un significato più ampio, con riferimento a diversi àmbiti e viene tradotto come inclinazione o predisposizione al pregiudizio.
I bias cognitivi e le credenze limitanti sono correlati alle nostre emozioni ed influenzano il modo in cui percepiamo e reagiamo alle situazioni ed alle persone che ci circondano: le emozioni quali la paura, la rabbia o la tristezza possono amplificare i nostri bias e rafforzare le nostre credenze limitanti, creando un circolo vizioso di pensieri negativi e comportamenti disfunzionali.
Ogni volta che affrontiamo un problema dovremmo chiederci se stiamo osservando la situazione dal punto di vista corretto: spesso, infatti, ci focalizziamo esclusivamente su un problema e riteniamo che sia proprio lì che si debba intervenire, tuttavia prestando maggior attenzione ed ampliando la nostra visione e consapevolezza, potremmo accorgerci che ciò che stiamo osservando sia solo un segnale, mentre la causa (e quindi l’aspetto su cui focalizzare la nostra attenzione per risolvere il problema) risieda in un punto diametralmente opposto.
Il nostro cervello è programmato (proprio come un computer) per risparmiare energie ed elabora delle “scorciatoie mentali” chiamate euristiche (dal greco “heurískein”, trovare), che consentono di reperire in maniera rapida e con un minimo dispendio energetico la soluzione ad un problema.
Proprio come un sistema operativo o un qualunque software il nostro cervello ha dei “bug”, degli errori che per sua natura è portato a commettere: i bias.
I bias cognitivi rappresentano, dunque, euristiche inefficaci, veri e propri pregiudizi mentali astratti che non si generano su dati di realtà, ma si acquisiscono a priori senza critica o giudizio e che generano un impatto negativo sulla qualità dei nostri ragionamenti.
Le distorsioni cognitive, pertanto, sono la somma di tutti i condizionamenti dettati da pregiudizi, credenze, influenze, convinzioni e dai modelli culturali che ognuno di noi si porta dietro.
I bias cognitivi nell’attività del tuo Studio Notarile
“Abbiamo nella testa un computer straordinariamente potente,
non troppo veloce.”
(Daniel Kahneman)
Ad oggi vari studi hanno individuato oltre 200 bias cognitivi, pertanto sono molteplici le situazioni nelle quali la nostra mente può essere influenzata da un pregiudizio tale da indurci in errore.
Vengono classificati in tre categorie principali: automatici, inconsci ed espliciti.
- Bias inconsci: quelli che vengono attivati senza che la persona ne sia consapevole;
- Bias automatici: quelli di cui la persona è più o meno a conoscenza, ma non li riconosce come tali;
- Bias espliciti: quelli che la persona riconosce apertamente come tali e ne può parlare liberamente.
Vi sono alcuni bias cognitivi che possono risultare deleteri all’interno del tuo Studio Notarile, perché possono portare a prendere decisioni sbagliate, danneggiando il proprio percorso di crescita personale e professionale e coinvolgendo non solo il rapporto con i colleghi ma anche quello con i clienti.
Tra questi bias, che danno vita ad una distorsione cognitiva nei processi mentali e che influenzano le nostre percezioni e decisioni ed i nostri giudizi, alcuni dei più frequenti sono:
- Bias di conferma
Si sostanzia nella tendenza a ricercare principalmente informazioni che confermino le proprie idee preconcette, ignorando per converso quelle che le contraddicono: si è spinti, pertanto, a vedere solo ciò che si vuol vedere ed a credere alle informazioni che confermano le proprie personali convinzioni;
- Bias di conformità
Si caratterizza per la tendenza a conformarsi alle idee e alle opinioni degli altri: la conseguenza può essere quella di prendere decisioni poco accurate, di diminuire la capacità di concentrazione e di elaborazione delle informazioni, nonché della capacità di giudizio e di valutazione delle situazioni lavorative;
- Bias di ancoraggio
Si manifesta quando tendiamo a mantenere la nostra opinione su un determinato argomento, anche qualora emergano nuove informazioni che la contraddicono: tendiamo a rimanere “ancorati” alle nostre convinzioni anche quando queste non sono suffragate da prove evidenti;
- Bias dello status quo
Si verifica quando tendiamo a mantenere lo stato attuale delle cose, anziché attivarci per cambiarlo: ciò ci “cristallizza” su posizioni conservatrici che potrebbero ritardare il progresso professionale e generare problematiche nel prendere decisioni innovative;
- Bias di proiezione
Si presenta quando siamo ostinatamente certi che gli altri condividano i nostri stessi sentimenti e pensieri: ciò si riflette sulle nostre interazioni sul luogo di lavoro, portandoci a relazionarci preferibilmente con chi condivide le nostre idee ed escludendo chi non la pensa come noi.
Come “arginare” i bias cognitivi nel tuo Studio Notarile
Lo psicologo Daniel Kahneman nel libro “Pensieri lenti e veloci” illustra come il cervello umano operi sulla base di 2 sistemi correlati:
- il sistema 1, ovvero la parte automatica, irrazionale, subconscia, veloce: rappresenta la porzione più antica del cervello (definita rettiliana);
- il sistema 2, ovvero la parte controllata, razionale, lenta: la porzione relativamente più recente del cervello (la neocorteccia).
E’ stato riscontrato che più del 90% delle nostre decisioni è preso sulla base del sistema 1, in quanto è quello più rapido, che lavora per associazioni ed il nostro cervello, come già anticipato, vuole risparmiare energia.
I bias cognitivi, insomma, ci chiariscono che i nostri comportamenti non sono per nulla razionali come vorremmo che fossero.
Riuscire a non farsi ingannare dalla propria mente è di fondamentale importanza e può portare ad una concreta crescita personale e professionale.
Per questo motivo nelle quotidiane problematiche e criticità dello Studio Notarile è indispensabile adottare un approccio il più possibile lucido ed oggettivo, eliminando i potenziali bias cognitivi che possono influenzare negativamente giudizi e decisioni ed in questo risultano sicuramente d’aiuto la capacità di problem solving (leggi per un approfondimento l’articolo “Il ruolo chiave dei “problem solver” nella quotidiana complessità dello Studio Notarile”) e l’allenamento all’adozione del pensiero laterale.
Puoi sicuramente contribuire ad arginare i bias nel modo seguente:
- favorisci frequentemente i riscontri costruttivi: invita i tuoi collaboratori ad esternare le loro opinioni e le loro possibili soluzioni in merito alle più frequenti problematiche di Studio;
- cònvoca periodiche riunioni all’insegna del pensiero laterale e stimola ad intervenire le persone più critiche;
- adotta la tecnica dei “sei cappelli per pensare” (leggi per un approfondimento l’articolo “La falange obliqua di Epaminonda ed il pensiero laterale nel tuo Studio Notarile”);
- prendi decisioni basate su dati oggettivi e non su opinioni soggettive: valutando attentamente tutte le fonti disponibili e confrontandole tra loro;
- metti in discussione le tue convinzioni e credenze ponendoti delle domande utili;
- nutri curiosità verso tutto ciò che contraddice le tue opinioni, anche se sono consolidate;
- valuta tutte le alternative possibili prima di decidere, considerando con attenzione ogni opzione;
- prendi coscienza dei tuoi limiti cognitivi, consapevole delle “trappole” tese dalle distorsioni cognitive, mantenendo sempre una mente aperta e valutando le idee diverse dalle tue;
- confronta costantemente le tue opinioni con quelle altrui, adottando il pensiero laterale ed osservando la realtà da diversi angoli prospettici.
Nel tuo Studio Notarile può essere utile “costruire” un team eterogeneo in modo da offrire sempre punti di vista diversi generando i seguenti benefìci:
- avere in squadra persone molto diverse tra loro per competenze ed esperienze pregresse consente anche di interagire meglio con la clientela;
- persone diverse possono prendere decisioni migliori riducendo i rischi di cadere negli stessi pregiudizi, limitando di fatto l’effetto dei bias cognitivi;
- più personalità possono incrementare le abilità di problem solving e la capacità di trovare soluzioni a problemi complessi, applicando i propri schemi di pensiero.
Tutti i bias sono “sottoprodotti” di un altro bias, generico e riscontrabile in ciascuno di noi: il bias dell’illusione di controllo che ci porta a ritenere che la semplice conoscenza dei rischi ci consentirà di non incorrere negli stessi.
Al contrario, pur essendo consapevoli dell’esistenza di un bias è facile comunque rimanerne vittima: solamente con la pratica e con l’autocritica possiamo prendere coscienza del nostro essere costantemente “esposti” ai bias ed innalzare, dunque, il nostro livello di vigilanza ed attenzione.
Come notaio leader® devi principalmente imparare a conoscere te stesso per esercitare il pieno controllo sulle tue decisioni mantenendo quella lucidità di analisi che i bias cognitivi tendono a distorcere e minare: osservali, guarda come influenzano le tue decisioni e le tue giornate ed infine impara a gestirli (leggi per un approfondimento l’articolo “Come essere un Notaio leader® centrato e consapevole: Coaching Notarile® e “Ruota della Vita””).

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